L’arte come preghiera: la luce nella madreperla come linguaggio spirituale
Nelle opere di Zamàr la luce riflessa dalla madreperla diventa preghiera silenziosa e visiva: un dialogo tra arte, spirito e simbolo per risvegliare la memoria interiore. Ogni riflesso di madreperla una parola non detta che parla direttamente all’anima.
Eugenia Porro
10/15/20252 min read


✨ La luce è il linguaggio dell’assoluto
"La luce è il mezzo attraverso il quale Dio ci permette di vedere.
La luce è l’assenza di buio.
E l’assenza di buio è Dio."
Nella madreperla, la luce danza. Non è ferma, non è mai la stessa. Rifrange, vibra, muta con l’angolazione dell’occhio.
È un riflesso vivente, proprio come l’energia spirituale che Zamàr intende evocare nelle sue opere. Ogni opera è preghiera visiva.
Non detta, non recitata, ma vissuta attraverso la materia.
💠 Madreperla: il cristallo dell’oceano che per Zamàr, è molto più di un supporto:
- È acqua solidificata. 
- È energia femminile creativa. 
- È riflesso primordiale della nascita della vita. 
Viene dalla conchiglia, nasce per strati, si rivela nel tempo.
Proprio come un’anima in cammino e quando su di essa viene dipinto un simbolo sacro, il materiale si trasforma:
diventa ricettore e trasmettitore. La madreperla accoglie il simbolo e lo amplifica, facendo vibrare luce e significato.
🌀 Il simbolo come atto devoto
Zamàr non sceglie i simboli razionalmente.
“Quando interviene la mente, l’opera si spegne.”
I simboli arrivano a lui intuitivamente, come visioni, come richiami profondi. Quando scorrono con naturalezza, diventano preghiera viva:
un’emanazione energetica, un atto di connessione con il Tutto.
🎨 L’atto creativo come rito
Ogni opera è un piccolo rito alchemico.
Le mani si muovono, ma è l’anima a guidare.
I simboli si posano, ma è la luce che li rende vivi.
Il risultato è un’immagine che non solo si guarda, ma si sente.
Molti osservatori delle sue opere non sanno cosa stanno guardando esattamente, ma sentono qualcosa:
- Pace 
- Riconoscimento 
- Memoria 
- Vibrazione 
Questa è la preghiera silenziosa dell’arte.
🌌 L’arte che ricorda chi siamo
Viviamo in un mondo in cui spesso dimentichiamo la nostra vera natura.
Ma quando la luce colpisce un’opera di Zamàr e si rifrange in colori, simboli, geometrie, qualcosa dentro si risveglia.
Il simbolo diventa un richiamo alla memoria originaria, la madreperla, un riflesso del divino. L’arte, una via per tornare all’essere.
📌 Conclusione: vedere è pregare
Per Zamàr, l’arte non si guarda: si vive.
"È una forma di spiritualità in movimento, una preghiera che usa luce, materia e intuizione per parlare all’essere spirituale che abita ogni persona".
In un mondo frenetico, ogni sua opera è una soglia di silenzio.
Un invito a rallentare, sentire, e ricordare che l’anima ha bisogno di luce per respirare.
